Negli ultimi anni sono stati fatti notevoli passi in avanti per promuovere la dimensione internazionale dell’Ateneo. Tra le iniziative assunte meritano di essere ricordate il potenziamento delle strutture amministrative con ingresso di figure ad hoc; l’avvio di campagne di promozione internazionale; la creazione di una struttura di riferimento a favore degli studenti internazionali; la partecipazione a partenariati europei di eccellenza (Università Europee); l’avvio di procedure di finanziamento anche per le mobilità extra-Erasmus; il potenziamento delle risorse finanziarie per le mobilità Erasmus outgoing; il consolidamento ed il potenziamento delle relazioni con partner internazionali di riferimento storici; l’attivazione di accordi con partner internazionali di eccellenza (MIT).
Sono stati ottenuti anche importanti riconoscimenti, quali l’assegnazione di una cattedra UNESCO in tema di ambiente e sostenibilità e l’ingresso dell’Ateneo in una compagine Università Europea (la SEA-EU Alliance, University of the Seas).
Negli ultimi anni, inoltre, il nostro Ateneo è entrato nei principali ranking internazionali e dallo scorso anno nella QS World University Ranking 2022. Il tema dei ranking delle Università, com’è ben noto, è molto dibattuto: si discute in ambito accademico e tra gli esperti di settore in ordine all’aleatorietà e/o alla appropriatezza metodologica di simili indagini o, più in generale, alla capacità di saper e di poter quantificare, attraverso simili esercizi di valutazione, in uno o pochi numeri la performance di un organismo complesso qual è un Ateneo. Se, da un lato, queste perplessità appaiono condivisibili, dall’altro, appare innegabile che i ranking internazionali siano nel tempo divenuti strumento di filtro da parte dei prospective students per la scelta delle sedi di riferimento. Del resto, a chi osserva i fenomeni di internazionalizzazione degli Atenei, appare chiaro che in futuro gli Atenei saranno valutati in riferimento non solo agli studenti outgoing, ma anche agli studenti incoming (come già è emerso nelle ultime linee generali d’indirizzo della programmazione delle Università rilasciate dal MUR).
L’attenzione ai ranking internazionali deve concretizzarsi in campagne di sensibilizzazione dell’intero corpo docente e nella creazione di un gruppo di lavoro dedito alla raccolta, all’analisi ed alla comunicazione dei dati, al fine di massimizzare i risultati. La conoscenza e lo studio dei criteri di valutazione, l’analisi dei dati di Ateneo, inviati anno per anno, devono condurre ad una attività di monitoraggio che evidenzi in modo concreto quali sono le aree su cui eventualmente intervenire, prima ancora che giungano i ranking, con politiche idonee a garantire la missione istituzionale dell’Ateneo.
Sei sono le aree di intervento da affrontare in modo sinergico.

Programma Erasmus

Il programma Erasmus è una macchina complessa ed articolata che risponde a precise tabelle di marcia e adempimenti, peraltro in via di evoluzione in ragione del programma di digitalizzazione Erasmus Without Paper. Un’analisi distinta va fatta tra flussi outgoing e flussi incoming.
Con riguardo ai flussi outgoing, è noto come ciascun Ateneo sia valutato, tra i tanti indicatori, anche in funzione del numero di crediti maturati all’estero. Negli ultimi tre anni i bandi Erasmus di Ateneo hanno evidenziato una crescita sistematica dell’interesse delle studentesse e degli studenti, a testimonianza dell’importanza e dell’efficacia della comunicazione e delle attività di promozione attuate dai singoli Dipartimenti. A fronte di ciò, è ancora elevato, invece, il tasso di abbandono nel periodo che intercorre tra l’ingresso in graduatoria ed il momento di avvio della mobilità. Diverse sono le ragioni, alcune del tutto imprevedibili e ingestibili, come la pandemia, altre, invece, rimediabili con politiche mirate e attente. Sicuramente il potenziamento delle risorse finanziarie di Ateneo potrà fungere da fattore di deterrenza all’abbandono, così come la facilitazione e la digitalizzazione delle procedure di “preparazione ed accompagnamento alla mobilità” possono funzionare come ulteriore e irrinunciabile strumento di contrasto alle rinunce.
Negli anni, i dati sulla mobilità Erasmus evidenziano alcune sofferenze, pur in presenza di evidenti e promettenti miglioramenti. Il raggiungimento di dati finalmente positivi sul fronte della mobilità per entrambe le Scuole richiede un potenziamento della struttura amministrativa periferica dedicata al tema e deve prevedere un più incisivo riconoscimento del ruolo delle colleghe e dei colleghi che, in ciascun Dipartimento e con dedizione quotidiana, supervisionano tutte le faticose procedure di selezione, valutazione, supporto e gestione dei programmi di mobilità di ciascun studente, a cui si è aggiunta, nell’ultimo anno, anche la procedura di riconoscimento crediti, precedentemente demandato al personale tecnico-amministrativo delle Scuole.
Con riguardo agli Studenti incoming, invece, occorre migliorare l’attrattività della nostra offerta formativa e promuovere un orientamento in entrata e a distanza, fornendo la più ampia informazione in ordine ai calendari e soprattutto al catalogo dei corsi. Lo studente europeo comincia a valutare l’offerta formativa dell’Ateneo di destinazione in primavera e a quella data vorrebbe e dovrebbe conoscere esattamente quali corsi di insegnamento poter svolgere nell’anno accademico successivo. Purtroppo, a quell’epoca uno studente che interroghi il nostro sito può visionare le schede (anche in lingua) di tutti gli insegnamenti del corrente anno accademico, non però quelle dell’anno successivo. Questo limite non è solo circoscritto al nostro Ateneo e, del resto, come sappiamo, le scadenze SUA (che consentono l’aggiornamento dell’offerta formativa) non sono anticipabili. Bisognerà studiare delle modalità che aiutino a ridurre gli effetti di questa discrasia temporale. Un accorgimento utile potrebbe essere dare informazioni tempestive sui corsi che saranno disattivati nel successivo anno accademico. Altre attività incentivanti possono essere la diffusione tempestiva e mirata dei programmi di welcome semestralmente organizzati in Ateneo, la trasmissione regolare delle notizie sui servizi di accoglienza e sulle soluzioni di alloggio, attraverso anche una più capillare e sistematica comunicazione bilaterale tra il nostro Ateneo e ciascun ufficio internazionale dei partner esteri. Utile potrà essere anche l’attivazione di programmi di staff mobility for training tra uffici che, attraverso l’esperienza di visiting anche del personale amministrativo, aiuti ad importare le best practices necessarie per lo sviluppo delle relazioni internazionali. L’attivazione di una pagina dedicata alle testimonianze di studenti incoming a favore dei nuovi studenti e il potenziamento del programma di buddy student sono certamente tra le ulteriori e improrogabili misure da intraprendere e consolidare.

Studenti internazionali

Maggiore rilievo va dato all’attrattività “in ingresso”, per incrementare le immatricolazioni degli studenti internazionali. Gli sforzi attuati negli ultimi anni consentono di guardare con ottimismo al prossimo futuro, alla luce delle infrastrutture minime che sono state ben saldate a terra. Una pagina web dedicata, la presenza di personale dedicato con pronta risposta a tutti i degree’s seeker, un welcome desk di accoglienza all’arrivo dei pre-enrolled students, e la erogazione di borse di studio enrolled students, benché costituiscano il valore minimo indispensabile per un qualsiasi Ateneo, consentono di tracciare importanti percorsi di crescita con minore affanno. Le azioni da implementare sono diverse. Tra queste rivestono una certa priorità il potenziamento della partecipazione a fiere internazionali di reclutamento, l’aumento delle borse di studio internazionali, l’incremento delle iniziative di inclusione sociale degli studenti, l’attivazione di percorsi di tutorship ad hoc nella prima fase di partecipazione alla vita di Ateneo, il potenziamento delle attività di accoglienza già in essere in Ateneo, il consolidamento e lo sviluppo delle relazioni con le Rappresentanze Italiane all’Estero (in ordine al rilascio di Visti), l’incremento dei momenti di incontro sociale tra studenti internazionali e i loro classmates, l’attivazione di una convenzione con la Questura di Napoli per la velocizzazione e la digitalizzazione delle procedure di rilascio del permesso di soggiorno, l’avviamento di Summer Schools.
Infine, per attrarre studenti stranieri è necessario potenziare i servizi di alloggio e comunicarne in modo efficace l’esistenza e le caratteristiche.

Centro Linguistico di Ateneo

Nel processo di internazionalizzazione dell’Ateneo e, in prospettiva, del contesto territoriale di cui questo è parte, un ruolo strategico è rappresentato dall’istituzione di un Centro Linguistico di Ateneo (CLA). Come in altri Atenei italiani, la Struttura costituirebbe il punto di riferimento e di raccordo per ogni attività didattica e di ricerca nel settore delle lingue e della didattica delle lingue, coniugando l’innovazione tecnologica con il potenziamento dei corsi ordinari e l’implementazione di servizi linguistici supplementari per l’Ateneo e per il territorio. Per la sua natura di Centro di Servizi, si tratterebbe di una struttura autosostenibile da un punto di vista finanziario, dalla cui attività deriverebbero non pochi benefici per l’Ateneo, che così si doterebbe di un efficace strumento di integrazione con il territorio nell’ottica del perseguimento, tra gli altri, degli obiettivi strategici riguardanti la Terza Missione.
In particolare, le funzioni specifiche del CLA saranno declinate in armonia con i compiti attualmente attribuiti all’Ufficio Servizi Internazionalizzazione e Comunicazione Linguistica e con le attività svolte all’interno del Centro di Ricerca Interdipartimentale per le Lingue e Culture Altre (CERILICUA).
Per lo svolgimento delle sue funzioni al CLA saranno attribuiti specifici spazi/aule dove poter allestire e gestire impianti multimediali e immersivi per l’apprendimento linguistico e per la ricerca nel campo della linguistica e della glottodidattica.

Accordi di mobilità e partnership internazionali

Il nostro Ateneo ha sviluppato negli ultimi anni una ricca rete di accordi internazionali con Atenei Europei ed extra-Europei, nati su iniziativa di singole/i colleghe/i o gruppi di colleghi. In alcuni di questi casi, penso ad esempio ad alcune Università francesi, i docenti che hanno attivato gli accordi quadro hanno sviluppato una intensità di relazione con le Istituzioni Partner, tale da consentire l’allargamento dell’accordo, oltre che a diversi Dipartimenti, anche ad entrambe le Scuole. Tale modello, del tutto virtuoso, va ulteriormente radicato e supportato al fine di garantire uno sviluppo più organico e razionale delle nostre relazioni internazionali. Inoltre, sono convinto che lo sforzo dei singoli docenti in tema di sviluppo delle Relazioni Internazionali vada promosso con determinazione, eliminando, ove necessario, ogni farraginosità amministrativa, poco comprensibile all’estero, soprattutto per quanto riguarda i tempi di approvazione, le richieste di integrazione e, in generale, per tutte le procedure avulse dalle best practices internazionali. L’individuazione di una struttura amministrativa di supporto al docente e, contestualmente, di contatto con l’Università Partner firmataria dell’accordo appare un ulteriore passo necessario per una transizione del nostro Ateneo ad una fase più avanzata del processo di internazionalizzazione.
La firma di un Accordo quadro è tuttavia un punto di partenza, giammai un punto di arrivo. Raggiunto l’accordo, occorre monitorarlo, curarne l’attuazione e, ove necessario, modificarlo e/o ampliarlo. In questa prospettiva bisogna rafforzare le comunicazioni bilaterali con, ad esempio, l’invio sistematico ai partner di una newsletter di Ateneo per la condivisione dei progetti realizzati.

Mobilità in entrata di docenti stranieri

Se la mobilità in entrata di docenti stranieri costituisce una ulteriore forma di miglioramento del respiro internazionale dell’Ateneo, si deve conseguentemente potenziare l’impegno volto ad attrarre docenti ed esperti stranieri su invito dello stesso Ateneo. La presenza di docenti internazionali in qualità di Visiting Professor costituisce un fattore strategico utile, oltre che alla erogazione di una attività didattica di qualità, anche alla formazione di network universitari in grado di generare effetti benefici sia sotto il profilo della produttività scientifica (collaborazione scientifiche su temi globali), sia sotto il profilo dell’offerta didattica, mediante l’attivazione di nuove collaborazioni istituzionali (e nuove iniziative didattiche con titoli doppio o congiunto). Il respiro internazionale può, tuttavia, perseguirsi anche con una politica di reclutamento di docenti attivi all’estero con la procedura del rientro dei cervelli e promuovendo candidature al Programma Rita Levi Montalcini.
Una ulteriore azione possibile è quella di attivare una linea di finanziamento delle risorse finanziarie a favore dell’accoglienza di Visiting Professor, al momento limitata ai soli grant per i colleghi Fulbrighter che, a rotazione, si alterneranno negli anni a venire nei vari Dipartimenti (iniziativa senz’altro da confermare e salvaguardare).

Corsi di studio internazionali

Come è noto, in base alle indicazioni ministeriali, i corsi di studio internazionali sono classificati in cinque categorie, di cui quattro rilevanti per il nostro Ateneo: a) Corsi interateneo con Atenei stranieri, che prevedono il rilascio del titolo congiunto, doppio o multiplo b) Corsi con mobilità internazionale strutturata; c) Corsi erogati in lingua straniera; d) Corsi di Laurea Magistrale con la partecipazione di Università italiane e selezionati per un co-finanziamento comunitario nell’ambito del programma comunitario “Erasmus plus 2021-2027”.
Il nostro Ateneo copre attualmente le tipologie di corsi sub b) e sub c), ma ci sono le condizioni per ambire a un ulteriore target di eccellenza con l’attivazione di almeno una delle due seguenti linee di azione:

  1. un accordo interateneo con una Università internazionale in grado di rilasciare il titolo doppio o congiunto a tutti i suoi studenti (punto sub a);
  2. un accordo Erasmus Mundus Joint Master Degree (punto sub d).

Entrambe le linee costituiscono una sorta di gold medal della internazionalizzazione istituzionale, in grado di avviare un definitivo percorso di integrazione delle dimensioni internazionali, interculturali e globali nelle missioni fondamentali dell’Ateneo (Didattica e Ricerca).